“Una domenica d’estate, con i campi di grano ancora rigonfi che danno l’immagine di un paesaggio immutato. E qui intorno a Nizza Monferrato, il grano si alterna alle viti delle prime colline. Da Masio, dove la comunità ha salutato la ristrutturazione della torre trecentesca, con un museo dislocato sui vari piani, si va a Mombaruzzo, perché quando c’è aria di festa, in questi paesi si apre il Moscato e si assaggiano gli amaretti. Il giorno dopo sono invitato a cena a Milano e, come ogni monferrino che si rispetti, porterò un descrittore del territorio, una specialità: gli amaretti appunto. Ma dove acquistarli la domenica sera? A Mombaruzzo, suvvia, dove da qualche mese c’è una luce permanente, nella sede dove Carlo Moriondo incartava i suoi dolci un po’ “mairet” nati alla corte dei Savoia da una cuciniera di origini siciliane. La famiglia Berta, quella della grappa invecchiata, ha creato un bistrot (tel. 0141 77003), con un raccolto dehors e tante salette all’interno, sempre aperto. Davanti al banco del bar c’è il carretto dei gelati, mentre i due cuochi, bravissimi (Massimo Larosa e Davide La Mattina), preparano la carne cruda fresca con il sedano e la salsa di Castelmagno, ma anche l’hamburger di fassona con la senape. Soave il vitello tonnato e anche un piatto che è l’inno al peperone. Quindi i tagliolini, fino allo spiedino di pollo marinato agli agrumi e al guanciale con la purea. Che bella domenica, se si chiude con tortino caldo di cioccolato e salsa alla grappa. Voglio tornare!” [Dalla Rubrica “Dolce & Salato” de La Stampa del 12-07-2013]