Anche quest’anno la Fiera del Rapulé a Calosso – la piccola cittadina non lontana da Canelli – invita a scoprire una terra di fascino, ricca di colori, sapori, profumi. Un fascino che in autunno, a vendemmia appena conclusa, si arricchisce di emozioni e significati. E a proposito di significati, ma cosa vuol dire “rapulè”? Il termine deriva dalla parola piemontese “rapul”, che significa “grappolo”, e indica l’operazione di raccolta dei rapulìn, ovvero i grappoli più piccoli che restano dopo la raccolta dell’uva. E di motivi per venire tra queste colline ne troverete parecchi: soprattutto fra i “crotin” del paese, le piccole cantinette dove in ogni casa le famiglie conservavano i vini buoni. Sabato 17 ottobre e domenica 18 ottobre infatti, oltre che nelle vie e piazze del centro storico, saranno molte le case che gli abitanti del paese apriranno a quanti vorranno assaggiare piatti e vini del territorio in un contesto insolito e antico: le vecchie cantine sotterranee. Ecco allora i ceci con le costine, lo sformato di peperoni, le “friciule” con salame cotto: un percorso gastronomico che pur tra oscure nicchie in mattoni e infernotti in pietra, rivela tutta la solare soavità della gastronomia monferrina.