Sino al sino al 20 maggio «Aleppo. Com’è stata uccisa una città», è la mostra che ad Asti, Palazzo Mazzetti proporrà al pubblico per raccontare il dramma visto attraverso gli occhi e la sensibilità di un testimone illustre, Domenico Quirico. Il giornalista che ha osservato di persona Aleppo e le sua modificazioni terribili, ha ideato herbal viagra da curatore questa mostra con il preciso intento di far percepire la grande perdita culturale e umana, conseguenza del conflitto siriano e della trasformazione di Aleppo in teatro di guerra.

“Aleppo era una città molto composita – spiega Quirico -. All’interno vi si trovavano ben rappresentate tutte le componenti della società siriana. Tutte le religioni convivevano sotto il regime di Assad perché la Siria era un Paese monolitico”. Poi lo scoppio della guerra civile e Aleppo diventa «il luogo dove ho vissuto più intensamente la mia esperienza siriana. Aleppo è il modo perfetto per raccontare in modo terribile la sua trasformazione nel teatro di una battaglia. Non è stato un assedio dentro o fuori le mura. La guerra è entrata dentro la città e per sei lunghi anni è diventata ostaggio. Aleppo è una metropoli morta, annientata e spopolata”.

Questa è però una mostra particolare, non fotografica ma interattiva e nata in collaborazione con l’architetto Federico Bollarino che aveva già allestito la precedente rassegna a Palazzo Mazzetti sui reporter di guerra. Questo perché si vuole far toccare con mano un luogo, Aleppo, dove “la gente ha terribilmente sofferto, costretta a inventarsi un’altra vita, a strisciare e a correre in mezzo alle rovine. Potevi essere ammazzato da un cecchino quando andavi a prendere il pane o a cercare l’acqua. In quella città era sparita la visione verticale per essere sostituita da una orizzontale”, dice ancora Quirico tradendo un’emozione che è la stessa che vuole far provare a noi, comodi e assuefatti osservatori da salotto della Storia.