Il Monferrato

Storie di gente e tradizioni

Il Monferrato

Storie di gente e tradizioni

Ferrato con un mattone

La leggenda vuole sia stato Aleramo a inventarsi il Monferrato. Lanciando al galoppo il suo cavallo verso la promessa dell’imperatore Ottone I di tenere per sé tutto il territorio che fosse riuscito ad abbracciare in tre giorni di cavalcata furibonda.

Nissa vulpissa…

Quando i Romani nel 616 a.c. arrivarono in queste terre boscose e selvagge e si scontrarono con le popolazioni liguri e celto-liguri che la abitavano, capirono ben presto che la fama di gente fiera e indomita per cui gli Etruschi e gli stessi Galli li temevano, non era affatto usurpata.

Non solo Bagna Cauda

C’è chi dice che nel Monferrato si mangi meglio che nel resto del Piemonte. Forse perché storicamente è sempre stata crocevia di rotte commerciali che collegavano Piemonte, Liguria e pianura Padana.

La tradizione del bere

Chi furono i primi a importare la vite in Piemonte? Navigatori Fenici o Greci che nel VI secolo a. cristo giungendo sulle coste dell’antica Liguria diffusero le barbatelle della madrepatria e le tecniche vinicole fino presso le tribù dell’entroterra?

Vigneti e cascine

Il Monferrato come lo conosciamo oggi nacque all’epoca del massimo fiorire dello stato Sabaudo e dell’impero di Napoleone. All’alba dell’Ottocento. In pochi anni cambiarono il lavoro, la tecnologia, la società, la mentalità della gente e l’intera faccia del territorio.

La barbera

Popolare, generoso e ruvido, da osteria e da “pintoni”, pagato poco e male ai contadini, il vino Barbera è la tradizione del bere piemontese. Un nome che da sempre vuole dire Piemonte, ma ancor più Monferrato astigiano, sua terra d’elezione.