In alto i calici per dare il benvenuto al nuovo anno. Ma cosa bere per il giusto brindisi? Per il brindisi di fine annoniente di meglio deglispumanti classici del Piemonte, patria indiscussa dell’industria nazionale delle bollicine. Un nome su tutti l’Asti Spumante. Prodotto con uve moscato bianco, è un Vino Doc di straordinario frutto, ed ha anche un grado alcolico moderato, il che non guasta, specialmente per gli amanti del bis. Per la produzione di questo vino si ricorre alla fermentazione in autoclave. Delle aziende piemontesi solo La Contratto e De Miranda producono un Asti Spumante con la rifermentazione in bottiglia; il risultato è suadente e particolarissimo. Tra le bottiglie di Asti non c’è che l’imbarazzo della scelta: i soliti colossi come Cinzano, Martini, Gancia, o Bersano (con l’etichetta Riaccadonna) ma da non sottovalutare i produttori minori. Il Moscato si fa anche passito e ci sono alcune etichette (La Morandina ad esempio) di grande pregio. Altri tre fiori all’occhiello del Piemonte per un brindisi alternativo: il Brachetto d’Aqui, L’Erbaluce di Caluso e la Malvasia di Casorzo (cantina di Casorzo); tre vini di spuma densa fruttatissimi adatti per accompagnare i brindisi da fine pasto. Il Prosecco veneto si ottiene da uva prosecco e la fermentazione avviene nella maggior parte dei casi in autoclave (metodo charmat). La produzione è vastissima ma il cuore è a Conegliano-Valdobbiadene. Tra le etichette più conosciute Bisol (produce anche un ottimo Brut metodo classico ed è il migliore produttore di Cartizze una zona particolarissima del Prosecco), Ruggeri, Adami,Bortolomiol, Carpené Malvolti (fa anche spumanti metodo classico). Il Veneto può anche stupire con due proposte diversissime: uno spumante secco quale il Lessini-Durello, o il Recioto di Gambellara spumante (Zonin).
La Lombardia è la regione più adatta in Franciacorta, sulle rive del Lago d’Iseo ed in Trentino. Bollicine prodotte rigorosamente mediante rifermentazione in bottiglia e una permanenza sui lieviti da due a oltre sei anni, da vini base chardonnay e pinot nero. In Franciacorta la produzione di spumante è arrivata a livelli eccezionali. Due perle in particolare la Cuveé Anna Maria Clementi di Ca’ del Bosco e il Brut di Bellavista. Due vini di gran pregio che sicuramente non faranno sfigurare. Non si può dimenticare il Trentino con un’ altra grande bottiglia, il Must delle produzione delle cantine Ferrari: Il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore. Sempre del Trentino il Firmato e il Graal della Cavit, il Rotari di MezzoCorona, il Brut di Cesarini Sforza. E la Sicilia? Questa regione ha una produzione particolarissima che in molti casi utilizza vitigni autoctoni vinificati in bianco come nelle cantine Barone Scammacca che fanno metodo classico su base nerello mascalese. Un altro nome di pregio la Fazio Wines che oltre ad un buonissimo brut confeziona anche un moscato molto fruttato. Ottime anche l’etichetta Tasca d’Almerita e D’Araprì. [di Arianna Curcio (Nexta) da La Stampa del 30 dicembre 2013]