D’accordo, non c’è nulla di più comune in Italia dei tradizionali dolci fritti di carnevale, simbolo di abbondanza, propiziatoria per un ricco anno a venire che, solitamente, nel mondo contadino del passato, abbondante e generoso non lo sarebbe stato quasi mai. Ma diciamolo, una variante come quella offerta dai fricieu non ce l’ha nessuno, e stiamo parlando dei dolci tipici della zona delle Langhe e del Monferrato, nel basso Piemonte insomma.

Ecco come li prepariamo. In una terrina amalgamare con cura 200 grammi di farina 00, 1 bicchiere scarso di vino bianco secco, 3 tuorli d’uovo, 1 panetto di lievito di birra fresco sciolto in 3 cucchiai di acqua tiepida, la scorza grattugiata di 1 limone e un pizzico di sale. Lasciare riposare la pastella per un’ora in modo che gonfi bene, poi aggiungere i 3 albumi montati a neve ben ferma, 4 cucchiai di zucchero e, volendo, delle fettine di mela (anche renetta). Scaldare 3 bicchieri di olio di semi in una padella per la frittura e cuocere le frittelle per 5-6 minuti, finché non sono dorate.

Servirle caldissime, cosparse di zucchero semolato, ma soprattutto abbinate senza indugio al Moscato d’Asti docg, meglio se Orifiamma di Cantina di Nizza. E che sia un anno di abbondanza per tutti noi.