Ci hanno sempre detto che nell’Egitto antico si beveva birra, una qualche sorta di birra almeno, invece contrordine, pare che anche il vino fosse ben conosciuto e apprezzato, almeno da una parte degli egiziani. “Il vino nell’Antico Egitto. Il passato nel bicchiere” è ad Alba una mostra archeologica, inedita e innovativa, che sino al 19 maggio, attraverso la storia del vino indaga il periodo dall’Antico Regno all’Epoca Romana.

E’ organizzata dall’Associazione Culturale Mummy Project in collaborazione con il Comune di Alba, Assessorato alla Cultura e sostenuta da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero, Consorzio Langhe e Roero, ACA (Associazione Commercianti Albesi), Accedis. L’esposizione, a cura dell’archeologa egittologa Sabina Malgora, mette in risalto, tramite il tema del vino, il forte legame tra l’antica cultura egizia – a partire dal 2686 a.C – e quella della nostra penisola. Inoltre due sezioni speciali permettono di entrare maggiormente in contatto con il mondo egizio. Una è dedicata alla mummia di Epoca Tarda (dal 650 a.C. al 332 a.C.) e al suo sarcofago, conservati al Museo Civico di Merano e studiate dall’équipe multidisciplinare Mummy Project, le cui ricerche sono documentate da pannelli fotografici in 3D. L’altra è la ricostruzione in scala reale della tomba TT290 di Irynefer della necropoli del villaggio degli operai, che costruirono le tombe della valle dei Re e delle Regine, Deir el Medina.

Nel percorso espositivo l’antichità e la storia passano attraverso il vino e legano l’Italia e Alba all’Egitto. Ne deriva una visita di grande interesse per ogni età, legata agli usi, ai costumi, alle tecniche agricole, alle espressioni artistiche e agli oggetti di uso quotidiano. I reperti sono accompagnati da una ricca documentazione fotografica che definisce l’area espositiva della Chiesa di San Domenico.

La mostra approfondisce il tema del vino nei suoi diversi aspetti e significati: la coltivazione delle viti, la vendemmia, la messa in anfora, la vinificazione, l’invecchiamento e la successiva commercializzazione. Il tema viene sviluppato anche in ambito religioso con i suoi significati simbolici e le divinità ad esso legate e in ambito funerario con le più rilevanti scoperte archeologiche che hanno restituito importanti reperti, quali la tomba Tomba di Nakht TT52 della Necropoli tebana di Sheikh Abd el-Qurna.

L’esposizione si completa con la vita quotidiana, l’agricoltura, l’alimentazione, il tema sociale, la fiducia nella vita eterna in un aldilà simile al mondo reale dove il defunto conduce una vita piena ed ha bisogno anche di alimentarsi.

Chiesa di San Domenico, via Teobaldo Calissano
Inaugurazione: 21 marzo, ore 17.30
Periodo: 22 marzo – 19 maggio
Orario: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì mattina: su prenotazione.
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì pomeriggio: 14.30-18.30
sabato: 10-22, domenica: 10-19

Info, prenotazioni e visite guidate (su richiesta con il curatore)
0173 35833
www.ambientecultura.it