” L’Olanda è uno dei paesi Europei dove il consumo di vino sta crescendo anno dopo anno. «Superata la crisi del 2008 le vendite sono tornate a salire – racconta Janna Rijpma Meppelink, giornalista, consulente enologica e curatrice di pubblicazioni a tema vino – Ora ogni olandese beve circa 22 litri di vino l’anno». Un mercato da cerchiare in rosso per le cantine che puntano sull’export dove, però, non è semplice entrare. «Il problema non sono certo i dazi alla dogana – aggiunge -, ma il cliente olandese. Vuole conoscere la storia che c’è dietro ogni etichetta. Vuole conoscere il produttore e la sua azienda».

Wine export manager

Difficile avere numeri certi su quanto vino piemontese o astigiano arrivi nei Paesi Bassi. Circa 10 milioni di bottiglie di Barbera, ogni anno, lasciano l’Italia. Di queste il 60% viene venduta nell’Unione europea e l’Olanda ne assorbe il 5%. Indicativamente ogni anno sono 300 mila le bottiglie di Barbera d’Asti che arrivano in quel mercato. «Informare e formare gli operatori del settore per aprire loro nuove prospettive di sviluppo sui mercati esteri – commenta Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera -. È questa la finalità che stiamo perseguendo, grazie a un ciclo di seminari internazionali che abbiamo organizzato, in collaborazione con importanti partner che operano sul territorio, per promuovere coralmente i vini del Monferrato».

Cosa scelgono le donne

Il seminario (un centinaio di operatori) fa parte del programma del corso per Wine Export Manager organizzato dalla scuola alberghiera Colline Astigiane, I Vini del Piemonte ed Consorzio Barbera d’Asti in collaborazione con Cr Asti. L’idea è dare strumenti alle cantine che vogliono provare ad affacciarsi su quel mercato. «Un mercato dove sono le donne ad acquistare i vini al supermercato, mentre gli uomini in enoteca – annota Janna Rijpma Meppelink -. Dove nei locali il vino si consuma al bicchiere e la richiesta di prodotti biologici è in crescita». Un mercato difficile per le aree del Piemonte fuori dalla produzione di Barolo e Barbaresco. «Gli olandesi hanno un’idea un po’ stereotipata, associano questa regione a vini cari. In più non è facile capire la differenza tra una Barbera Piemonte, di Alba o di Asti». La piazza, però, resta recettiva e l’Italia è il quarto importatore preceduto da Francia, Spagna e Sud Africa. Non solo vino rossi, anzi, il consumo maggiore è di bianchi e da quando le «bollicine» non sono più tassate come prodotto di lusso si è aperto un nuovo segmento, quello degli spumanti.” (Riccardo Coletti, La Stampa, del 21 febbraio 2018)