“Il ponte della Guastiglia d’ora in poi sarà il ponte Sandro Ivaldi. Ieri mattina alle 10 è stata scoperta la targa che ricorda il maestro e scrittore nicese. «Nel suo libro, “Il ponte sulla Nizza” c’è la storia di questa città – il primo commento di Simone Nosenzo, sindaco di Nizza Monferrato –. La vita quotidiana dei nicesi di un tempo. Di quando c’erano due citta in una: il centro e la “Guastiglia”». Non tutti a Nizza sanno cosa sia la “Guastiglia”. «Un quartiere popoloso – ricorda Ausilia Quaglia, assessore alla Cultura -. Un luogo pieno di artigiani, botteghe. Una città nella città in cui le storie passavano da un balcone all’altro. In cui i cittadini venivano chiamati per soprannome».

Cantore della città

Sandro Ivaldi, che di professione ha fatto il maestro, per passione è stato scrittore. «Amava le parole – racconta emozionata la moglie, Piera saracco – Amava raccontare quel tempo vissuto ed amava la sua Nizza». L’idea di intitolare il ponte sulla Nizza ad Ivaldi è dell’Erca, l’accademia di cultura nicese di cui fu fondatore. «E’ nei nostri compiti custodire la memoria – commenta il presidente Piero Masoero -. Ivaldi, oltre ad esserne stato custode è stato tra gli artefici proprio dello scrigno della memoria che è l’Erca». «Un desiderio, quello di questa intitolazione, che avevamo da tempo – aggiunge Ugo Morino, amico di Ivaldi e uno dei saggi dell’Erca -. Sandro se ne andò nell’81 e per noi fu spaventosa quella perdita. Ci sentimmo per un attimo spaesati». Se “il Ponte sulla Nizza” è datato 1978 ed è edito dall’Erca ci fu un secondo libro: “il ponte sul Belbo”. Furono i famigliari a pubblicarlo postumo.

L’intitolazione del ponte, però, è stata terreno di scontro tra maggioranza ed opposizione. Per Maurizio Carcione, consigliere di progetto Polis, è stato un errore: «Nizza è città medaglia d’argento al valor militare per la lotta di Liberazione. Ivaldi, invece, è stato un fascista prima ed un repubblichino dopo». Polemica a cui non vuole rispondere la maggioranza che ha scelto di dire sì alla richiesta dell’Erca. «E’ un riconoscimento all’uomo di cultura, allo scrittore e custode della memoria» – si limita a commentare Ausilia Quaglia.”

(Riccardo Coletti, La Stampa, 27 Agosto 2017)