Chiude dopo 105 anni la cantina che avevano a Santo Stefano Belbo. Un ricordo dopo l’alluvione del ’94.

Cartello visto in un’enoteca di San Remo, a due passi dall’Ariston: «L’Epifania ogni brindisi si porta via». In vetrina bottiglie di champagne e spumanti a prezzi scontati. Di questi tempi non potevano mancare gli eno-saldi. Già prima di Natale i prezzi civetta degli spumanti hanno tenuto basso il mercato dei grandi numeri e non solo tra le bollicine. Bisogna vendere, ma poi – annotano molti produttori – è difficile «prendere i soldi». Cioè, molti si fanno consegnare i vini ma poi «faticano» a pagare. L’intero sistema va così in affanno e ci rimettono gli anelli deboli della catena: i piccoli produttori e i consumatori finali. Conoscere i vignaioli di persona, andarli a trovare, visitare le loro cantine è il sistema più efficace per risparmiare sui vini, con il valore aggiunto della conoscenza diretta.
C’è purtroppo una cantina piemontese molto speciale che con l’anno nuovo non sarà più possibile visitare (e già non era facile farlo): lascia Santo Stefano Belbo la Congregazione delle Figlie di San Giuseppe che da 105 anni si occupa, tra le tante altre cose, di produrre «Vini da Messa» secondo le precise regole canoniche.
Il vino base era Moscato e lo spedivano ai parroci di tutto il mondo. Ricordo una visita straordinaria a quella cantina, all’indomani dell’alluvione del 1994 che devastò anche il paese natale di Cesare Pavese. Le suore passarono giorni a pulire vasche e macchinari dal fango e prima di Natale imbottigliarono quel poco vino rimasto. Ne custodisco una loro bottiglia. Altro che eno-saldi.” (di Sergio Miravalle, La Stampa del 05 gennaio 2012)

 Chiude dopo 105 anni la cantina che avevano a Santo Stefano Belbo. Un ricordo dopo l’alluvione del ’94.

Cartello visto in un’enoteca di San Remo, a due passi dall’Ariston: «L’Epifania ogni brindisi si porta via». In vetrina bottiglie di champagne e spumanti a prezzi scontati. Di questi tempi non potevano mancare gli eno-saldi. Già prima di Natale i prezzi civetta degli spumanti hanno tenuto basso il mercato dei grandi numeri e non solo tra le bollicine. Bisogna vendere, ma poi – annotano molti produttori – è difficile «prendere i soldi». Cioè, molti si fanno consegnare i vini ma poi «faticano» a pagare. L’intero sistema va così in affanno e ci rimettono gli anelli deboli della catena: i piccoli produttori e i consumatori finali. Conoscere i vignaioli di persona, andarli a trovare, visitare le loro cantine è il sistema più efficace per risparmiare sui vini, con il valore aggiunto della conoscenza diretta.
C’è purtroppo una cantina piemontese molto speciale che con l’anno nuovo non sarà più possibile visitare (e già non era facile farlo): lascia Santo Stefano Belbo la Congregazione delle Figlie di San Giuseppe che da 105 anni si occupa, tra le tante altre cose, di produrre «Vini da Messa» secondo le precise regole canoniche.
Il vino base era Moscato e lo spedivano ai parroci di tutto il mondo. Ricordo una visita straordinaria a quella cantina, all’indomani dell’alluvione del 1994 che devastò anche il paese natale di Cesare Pavese. Le suore passarono giorni a pulire vasche e macchinari dal fango e prima di Natale imbottigliarono quel poco vino rimasto. Ne custodisco una loro bottiglia. Altro che eno-saldi.” (di Sergio Miravalle, La Stampa del 05 gennaio 2012)