“Ma dove sono i furbetti del filare? Il primato della Puglia. Deputato piemontese chiede la convocazione degli assessori regionali Su tutto la questione della liberalizzazione dei vigneti prevista nel 2015.

Al vertice di questi giorni a Bruxelles Merkel, Monti, Hollande & C. non avranno certamente avuto il tempo di parlare di questioni viticole. Però anche il vino contribuisce, per la sua parte, a quel processo di crescita dell’integrazione europea. Obiettivo: regole e norme comuni, da rispettare e far rispettare. Ma non è facile.
Un esempio: la Commissione Europea ha chiesto la restituzione di fondi erogati dalla Pac (Politica agricola comune) e indebitamente distribuiti dagli Stati membri per un totale di 436 milioni di euro. All’Italia è stata addebitata la bella cifra di 98,9 milioni di euro per impianti di viti realizzati senza i prescritti diritti. In sostanza ci sono quasi cento milioni di euro da restituire per vigne realizzate fuori dalle norme.
Chi ha sbagliato?
Se lo è chiesto con un interrogazione al governo il deputato Massimo Fiorio, astigiano, esponente del Pd. Il sottosegretario alle Politiche agricole Franco Braga gli ha risposto a Montecitorio che la sanzione inflitta all’Italia è stata causata da irregolarità varie per un ammontare di oltre 200 milioni di euro; ridotte poi da rettifiche e aggiustamenti. A molti è venuta in mente la querelle delle quote latte, stessa musica di sottofondo. La questione dei vigneti e dei diritti è delicata. Ci sono di mezzo rilievi satellitari e voli degli aerei dotati di fotocamere, catasti da aggiornare e “mercato” dei diritti.
Il Vigneto Italia dovrebbe essere censito ettaro per ettaro. Dovrebbe.

Fiorio, in una nota osserva: “Il territorio italiano si è dotato di controlli per la regolarizzazioni degli impianti che dovrebbero garantire corrispondenza con i diritti assegnati. Il controllo del potenziale vitivinicolo nazionale è competenza delle Regioni e questo motivo ho chiesto la convocazione degli assessori regionali. Siamo infatti a conoscenza che molte Regioni hanno ben operato in questi anni e non è più tollerabile, soprattutto nell’attuale situazione economica, che chi abbia lavorato per la regolarizzazione delle proprie zone debba pagare per chi ha sbagliato o, magari, per chi ha truffato”.
Parole che nascondono un dubbio diffuso: ci sono zone dove le irregolarità paiono concentrarsi. Il dato nazionale “regionalizzato” farebbe emergere in particolare la Puglia come maglia nera e sarebbe ben accompagnata anche da altre regioni del Sud e qualcuna del Nord. Sarebbe interessante diffondere la carta delle vigne fantasma.
Su tutto incombe il tema più ampio della liberalizzazione dei vigneti e della sostanziale abrogazione dei diritti di impianto. Francia, Germania, Spagna e Italia si sono dichiarate contrarie alla misura di liberalizzazione prevista a partire dal 2015. Le visioni nel resto dell’Europa sono diverse e coinvolgono gli interessi di chi vorrebbe il totale libero mercato e chi si richiama a valori di tradizione e vocazione territoriale. In mezzo le nuove norme della Ocm vino, le spese per la promozione dentro e fuori dall’Europa in un mercato mondiale che si allarga ma si è fatto più competitivo per tutti.”

Tratto da La Stampa, di Sergio Miravalle, 30 giugno 2012