«Ipnotizzare il mondo internazionale del vino è un’impresa ardua, in quanto la concorrenza è sempre più dura. A dirlo sono i redattori di Wine Spectator, uno degli oracoli enoici più ascoltati in tutto il Pianeta, che per il secondo anno ha pronunciato il suo verdetto stilando la lista delle 100 icone del vino italiano che parteciperanno a OperaWine, la grande degustazione in programma sabato 6 aprile a Verona, una sorta di anteprima del Vinitaly che inizierà il giorno successivo. A dire il vero, i produttori che andranno alla carica degli operatori e dei wine lover (che pagheranno 150 euro per varcare la soglia del Palazzo della Gran Guardia) sono 101: segno di abbondanza o di idiosincrasia per i numeri tondi. Pochi i cambiamenti rispetto all’anno scorso. Restano le famiglie storiche (Antinori, Frescobaldi), i nomi internazionali (Biondi Santi, Gaja), i produttori sempre in cima alle classifiche e gli emergenti ormai consolidati. Le new entry nell’Olimpo dei vini italiani sono solo sette: le tre cantine toscane Cecchi, Le Macchiole e Il Poggione, le due venete Cesari e Villa Sandi, la piemontese Marchesi di Barolo e la lucana Terre degli Svevi. Non fanno più parte della «Nazionale» scelta dall’americana Wine Spectator, le aziende Bertani, Fattoria Le Pupille, Gancia, Ciccio Zaccagnini, Carpené Malvolti, Cavit e Tenute Sella & Mosca. Se ragioniamo in termini di regioni, la più rappresentata è ancora la Toscana con 34 cantine, seguita dal Piemonte con 17 aziende e il Veneto con 12. Nessuna regione è stata esclusa, nemmeno la Valle d’Aosta, la Liguria, il Molise o la Basilicata, tutte presenti con almeno un produttore. Ognuno sarà libero di portare a Verona il vino che ritiene più rappresentativo. “L’obiettivo di OperaWine – dicono gli organizzatori – è di valorizzare le caratteristiche intrinseche e distintive dei vini italiani, offrendo agli operatori specializzati di tutto il mondo la possibilità di conoscerli e apprezzarli, incontrando produttori e prodotti nel loro Paese di origine”. In altre parole: una vetrina allestita in Italia, ma che guarda soprattutto all’estero. Anche perché gli ultimi dati delle nostre esportazioni di vino presentano luci e ombre: secondo i rilevamenti Istat elaborati da i numeri del Vino, l’Italia ha chiuso il 2012 incrementando il valore dell’export del 6,6% e arrivando a quota 4,6 miliardi. Siamo al secondo posto dietro la Francia, ma la crescita è stata decisamente inferiore rispetto ai principali concorrenti. Le degustazioni di OperaWine saranno guidate da tre celebrità del mondo internazionale del vino: il cinese Terry Xu, l’inglese Robert Joseph e il sommelier italiano Luca Gardini. “Un grande onore – dice Gardini – perché di solito i palati italiani non vengono presi in considerazione dai guru stranieri. La selezione è accurata e intelligente, in quanto ha saputo tener conto dei territori, delle personalità e dei prodotti in un panorama enologico molto vasto come è quello italiano”. Manca qualcuno? “Qualcuno manca sempre, ma quel che c’è basta e avanza”.»
(tratto da lastampa.it del 27 marzo 2013)